Porta Bab al-hadid

 La Bab al-hadid (“del ferro” o “di ferro”?) conduceva nell’Harat al-Yahud, ossia al “quartiere degli Ebrei”.

La Bab al-hadid forse coincideva con quella che fu più tardi denominata Porta Judaica, che aveva di fronte la via de’ ferrai o Ferraria (conosciuta poi come via dei Calderai) e che era situata ad un “tiro di pietra” dalla Curia Pretoria (descrizione del Fazello), e che quindi doveva trovarsi in prossimità dello sbocco dell’attuale via P. Omodei su Via dell’Università, pressoché corrispondente, come allineamento, all’ingresso laterale della Facoltà di Giurisprudenza.

Ai tempi del Fazello (1498-1570), della Porta Judaica era ancora visibile un semiarco assieme alla torre che la difendeva, quest’ultima ormai inglobata all’interno della casa di un certo Nicola Giafaglione.

 

Porta Bab al-sudan

 La Bab al-sudan (“dei Negri”) si trovava di fronte ai Haddadin, ossia alla strada o contrada dei “fabbri”. L’argomento dell’ubicazione della porta, detta in seguito porta Busaudan, Sautin, Busuldeni, Busuemi, Busué (con verosimile riferimento al luogo di stanziamento dei Negri), e della relativa torre venne più volte affrontato da Di Giovanni (I, pp. 42 ss.; II, pp. 111 ss.; pp. 121 ss.), che considerava la torre del Palazzo Conte Federico parte superstite del complesso difensivo della porta. B. Lagumina, in polemica col suddetto studioso e sulla base di nuovi documenti (Nuovi documenti sulla porta araba Bab as-Sudan, in Note sicule orientali, in “Archivio Storico Siciliano”, n.s., VIII, Palermo 1884, pp. 193-203), situò invece la porta assieme alla relativa torre, all’angolo di Via dei Biscottari, sostenendo che la porta e la torre di Busuemi “furono interamente comprese nell’edifizio dell’Ospedale dei Benfratelli” (p. 198).

In età normanna la strada che collegava la Bab al-abna’ e la Bab al-Sudan era intersecata da uno zuqaq, una piccola strada, che la congiungeva col simat in direzione nord (S. Cusa, I, p. 62, anno 1137). Sempre Lagumina (ibidem, p. 194) ricorda anche un documento che attestava l’esistenza di un toponimo legato allo stanziamento dei Negri fino alla metà del XVI secolo (Notaio Antonino Galasso, 14 giugno VII Indizione 1549): “edificium morum nigrorum in quarterio albergarie, in contrata hospitalis“.

Non è stato possibile approntare un’analisi dettagliata dei documenti relativi alla porta e al complesso difensivo che la affiancava; analisi che comunque non avrebbe potuto prescindere dallo studio dei risultati (scarsamente pubblicizzati) degli scavi archeologici condotti dalla Sovrintendenza nel secondo dopoguerra.