Porta Bab al-abna’

La menzione delle porte, fatta dal viaggiatore mesopotamico forse secondo una successione sistematica scandita in senso antiorario, farebbe ritenere che la porta citata subito dopo la Bab ar-riyad, la Bab al-abna’ o “degli Edifici”, si aprisse nel tratto ad ovest della cinta muraria, verso sud, o addirittura nel lato sud, lungo il Kemonia, a sud-ovest.

Questa porta, che Ibn Hawqal definisce “la più antica della città”, ha un toponimo il cui significato, “degli edifici”, intendendo abna’ come forma dialettale per abniya, plurale di bina’, piuttosto che “dei giovanotti” o “delle notizie”, secondo quanto inteso fino ad oggi sulla scorta dell’Amari e del Di Giovanni, lascia supporre l’esistenza di “edifici” di remota fondazione.

A sostegno dell’ipotesi di un’ubicazione della porta nel lato sud (a sud-ovest) della cinta muraria potrebbe essere anche il tragitto compiuto da Ibn Gubayr che vede lungo il proprio passaggio all’interno della Galka (prima di essere immesso in città attraverso la Via Coperta) un edificio che potrebbe essere identificato con l’Aula viridis (BAS tr., I, pp. 155 ss.).

Se quest’ipotesi fosse corretta saremmo in presenza del nome arabo della Porta Aedificiorum di cui si ha notizia in un documento edito da S. Morso (Descrizione di Palermo antico ricavata sugli autori sincroni e i Monumenti del tempo, pp. 356-359) nel quale testo arabo si legge Bab al-abna’, reso in latino appunto con Porta Aedificiorum (pp. 358 ss.).

R. Camerata Scovazzo identifica i resti di questa porta con quelli rinvenuti negli scavi sotto le Sale del Duca di Montalto del Palazzo Reale (Delle antiche cinte  murarie di Palermo e di altri rinvenimenti archeologici effettuati tra il 1984 ed il 1986, in AA.VV., Panormus II, Palermo 1990, pp. 95-104: esattamente pp. 99 ss. Si veda però, più avanti, pp. 138-139 e relativa nota).

Porta Bab ar-riyad

La Bab ar-riyad (“dei giardini”, forse quelli esterni del Mu’askar) aveva sostituito, per volontà del kalbita Abu ‘l-Husayn Ahmad ibn al-Hasan (954- 69), o meglio del suo califfo al-Mu’izz, la vicinissima Bab ibn Qurhub.

L’ubicazione della Porta dei Giardini è problematica: se attribuiamo ad Ibn Hawqal una sistematicità nell’elenco prodotto, essa dovrebbe precedere la Bab al-abna’ nel circuito antiorario.

Di Giovanni (I, p. 29) suppone che la Porta dei Giardini fosse collocata “nella muraglia allora sovrastante alla Piazza Grande oggi detta de’ Tedeschi” e che nel secolo XIV era il plano della Porta Palatii. Schubring (Topografia Storica di Panormus, in Panormus I, pp. 3-158) l’ubicava, invece, ove adesso sorge la Porta Nuova, o presso l’angolo meridionale del Palazzo Arcivescovile all’ingresso dalla Piazza della Vittoria in corso Vittorio Emanuele, cioè dove finiva la Galka e proseguiva la via Marmorea o simat.