Category: Toponomastica storica



 
Mi riallaccio al post sui Miqweh per parlare della comunità ebraica insediata a Palermo, che arrivò a circa 30.000 persone, e che fu cacciata nel 1492 dal re spagnolo Ferdinando detto "Il Cattolico".
Un gran parte era molto ricca, e si occupava dell’industria della seta e della pesca.
Questa ricchezza permise loro di esercitare anche l’attività di prestito del denaro ma erano molto conosciuti anche come medici anche se qualche volta  fu loro vietato di curare i cristiani.
La comunità, inoltre, aveva propri magistrati, scuole ed ospedali e a Palermo aveva pure creato la sede della Corte Suprema.
In città si insediarono nei due rioni della Meschita (Harat-abu-Himaz) e Guzzetta (Horat-al-Jahudin), lungo il fiume Kemonia.
Una sinagoga, giardini, botteghe, un macello, il cimitero, posto al di fuori della Porta di Termini, dove oggi ha inizio il corso dei Mille, e bagni di purificazione per le donne, i Miqwen, erano parte integrante del quartiere.
La loro Sinagoga sorgeva dove oggi vi è il convento di San Nicolò da Tolentino.
Dalla Meschita alla Guzzetta, i rioni che lo componevano, si percorreva una strada, oggi nota come via Ruggero Mastrangelo, che arrivava fino al macello (in contrada Guzzetta) posto vicino quella che oggi è piazza S.Cecilia.
La Meschita era racchiusa tra le vie Giardinaccio e Santissimi 40 Martiri a sud, via Calderai e piazza Ponticello a nord, e via S. Cristoforo ad est.
La Guzzetta, che confinava con la Meschita nei pressi di piazza Sant’Anna, era, invece, racchiusa tra la via Ruggero Mastrangelo a nord-ovest, le vie Lattarini e Calascibetta a nord, e il vicolo dei Corrieri ad est.
Via Giardinaccio, che un tempo rappresentava l’antico percorso del torrente Kemonia, chiudeva a sud la Meschita.
Del rione faceva pure parte la via Lampionelli che unisce via Divisi con via Calderai. ed il cui nome deriva dagli stagnai che fabbricavano le lanterne (i lampionelli).
In quel periodo assunse anche particolare importanza via Divisi che univa Ballarà alla Fieravecchia (piazza Rivoluzione).
L’ospedale si trovava nelle vicinanze di via Divisi ed era attaccato alla Sinagoga.
La successiva costruzione di varie strade, via Maqueda da un lato e, soprattutto, via Roma dall’altra contribuirono allo smantellamento di quello che rimaneva del quartiere.
Per ricordare questo antico quartiere, sono state collocate delle targhe stradali in cui il nome delle strade che un tempo costituivano il perimetro del quartiere  è stato scritto in tre lingue (italiano, arabo ed ebraico).
Palermo_Vicolo_Meschita39904

 
Vicolo della Neve all’Alloro

Posta nei pressi di piazza Marina, dove sbocca, prende il nome da una bottega che, d’estate, vendeva le neve, raccolta d’inverno nelle montagne attorno alla città.
Strada dei "Pirriaturi"
Si trova al Capo e vi abitavano i cavatori di pietra che lavoravano nelle cave "pirriere" del palermitano.
Strada dei "Segitteri"
Oggi via Sedie Volanti, si trova all’Albegheria ed è così nota perchè vi vivevano i conduttori di portantine "seggitteri".
Piazzetta dei "Fagiolai"
Sempre all’Albergheria, vicino Porta S. Agata, deve il suo nome al fatto che vi si trovavano le botteghe dei venditori di legumi e verdure cotte e della fagiolina.
Vicolo del "Crivellaro"
Anche questo all’Albergheria, tra via Porta di Castro e vicolo S. Maria Maggiore, è così noto perchè, per molto tempo, vi svolse la sua attività un fabbricante si setacci "crivi".
Strada degli "Schioppettieri"
In questa strada, posta tra la discesa dei Giudici e il Corso Vittorio Emanuele avevano la loro attività alcuni fabbricanti di armi da fuoco "schioppi".
 
(2 – continua)

I Mandamenti


 

I quattro mandamenti, formati dalle porzioni di città divise dalle due grandi strade a croce, il Cassaro e la Strada Nuova, il cui centro erano le Quattro Cantoniere, dette anche di Palermo, erano nominati "Albergaria", "Siralcadì", oggi Monte di Pietà, "Kalsa", oggi Tribunali, e "Loggia", oggi Castellammare.
Ogni mandamento aveva una santa patrona ed un suo stemma:
Albergaria: Santa Cristina e un serpente verde in campo oro;
Siralcadì: Santa Oliva e Ercole sbranato da un leone;
Loggia: Santa Ninfa e l’arme di Casa d’Austria;
Kalsa: Sant’Agata e una rosa.
Santa Rosalia, patrona della città, vegliava su tutti i rioni.
Gli stemmi sono visibili sotto la statua del Genio di Palermo in Piazza Garraffello
Le Quattro Cantoniere, venivano chiamate dagli antichi "Piazza del Sole"  in quanto, essendo il Cassaro tracciato da est a ovest, il sole non l’abbandonava mai nel suo corso giornaliero.
I quattro angoli sono caratterizzati dalla stessa successione di statue; in alto la Santa protettrice poi un re di Spagna ed infine una delle quattro stagioni a simboleggiare le quattro parti dell’anno.

 
Vicolo degli ”acquavitari”
Nei pressi di via S. Agostino; qui i venditori di acquavite e acqua “agghiacciata” e anice svolgevano la loro attività e vi avevano fondato una piccola chiesa, la Madonna delle Grazie.
Strade degli “arripizzaturi” (di scarpe)
Una oggi è via dei Cassari; vi si era insediata una piccola colonia di calabresi che svolgevano l’attività di rappezzare le scarpe. La via fu pure chiamata dei “Calabresi”, degli “Scarpara” e degli “Scarparelli”.
Un’altra è via degli “Scarparelli” ed è posta tra la Via dei Benfratelli e la Rua Formaggi nel rione dell’Albergheria; qui si trovavano venditori di scarpe vecchie rattoppate che venivano chiamati, come dispregiativo, “scarpareddi” .
Strade degli “Argentieri”, “Orafi” e “Ambrai”
Argentieri e Orafi si stabilirono in quella che fu chiamata via dell’Argenteria Vecchia, che ancora oggi vi ospita alcune botteghe e in via Materassai, fra piazza del Garraffello e via Argenteria Vecchia.
A cavallo fra il XVIII ed il XIX secolo un gruppo di loro aprì alcune botteghe in quella che oggi è via dell’Argenteria Nuova ma che nel tempo ha assunti diverse denominazioni (via dei Catalani, via dei Pianellai, via del Garraffo, via Pannieri e via della Loggia).
Gli ambrai si stabilirono, invece, in via Ambra che prese da loro il proprio nome.
Strada dei “Barbieri”
Via dei barbieri, oggi via dei Cassari, era il luogo ove, attorno al XV secolo, di stabilirono i primi acconciatori di capelli. La zona, compresa tra il porto e le logge dei mercanti, era situata nei pressi dell’antico cantiere navale arabo, il Tarzanà.
Contrada dei “Coppolari”
Svolgevano la loro attività nei pressi di Porta Patitelli. Successivamente alcuni di loro aprirono la loro attività anche nell’attuale via della Loggia.
Cortile dei “Fabbricanti di Bisacce”
Si trova vicino piazza del Ponticello ed ospitava le botteghe di alcuni artigiani che confezionavano bisacce per animali da soma.
Strada dei “Biscottai”
Ancora oggi si trova nel quartiere dell’Albergheria con il nome di via dei Biscottai; il nome, come ovvio deriva dal fatto che vi si trovavano i fornai che producevano biscotti.
Strada dei “Bottonari”
Attorno al ‘700 i fabbricatori di bottoni avevano le loro botteghe nella odierna via Terra delle Mosche che allora assunse il nome di via del Bottonari. In seguito alcuni di loro si stabilirono nelle vie oggi note con i nomi di via Frangiai e vicolo Paterna. Per distingue la prima dalle ultime due, allora furono chiamate, rispettivamente, via dei Bottonari Vecchi e via dei Bottonari Nuovi.
Strada dei “Busari”
Anche questa si trova nel rione del Capo all’Albegheria ed ha assunto il nome di via dei Busari in quanto si pensa che allora vi operassero i fabbricanti di “busi” ovvero i ferri per fare le calze.
Strada dei “Cafisari”
Il vicolo dei Cafisari, anch’esso ancora oggi esistente all’Albergheria, prese questo nome perché ospitava le botteghe dei venditori di olio che usavano “u cafisu”, recipiente in lamiera zincata della capienza di quasi 16 litri .
Contrada dei “Caldomai”
Questo nome è oggi dato sia ad un vicolo che ad una piazzetta nei pressi del vecchio macello , oggi non più esistente. Vi svolgevano la propria attività i venditori di interiora di vitello “a quarumi”.
Strada dei “Calzettieri”
Nel quartiere di porta Patitelli, oggi corrisponde alla via Pannieri che, da Corso Vittorio Emanuele, porta a piazza Caracciolo nel cuore della Vucciria.
 
(1 – Continua)