La strada dei “Sanguinazzai”
Nel vicolo che porta questo nome, che va da piazza S. Onofrio a via S. Agostino, nelle vicinanze di quello che fu il macello della Bocceria Nuova, si confezionavano salsicciotti con sangue animale, detti “sanguinazzai”.
La strada dei “Saponari”
Era situata nel quartiere del Cassaro e, nel XIII secolo, venne definito con vari nomi come “Zuzac Ebassum” (vicolo del sapone), “ruga Saponis Casseri”, “ruga di lu Sapuni” e “vanella di Saponia”.
Nell’Ottocento, nel Mandamento Monte di Pietà, vicino Porta Carini, esisteva la piazzetta della Saponeria, così chiamata perché vi era una fabbrica di sapone.
La strada degli “Schioppettieri”
Ancora oggi esistente, tra la Discesa dei Giudici e via Vittorio Emanuele, ospitò alcuni fabbricanti di armi da fuoco.
La strada degli “Scopari”
L’odierna via degli Scopari, che va da via Butera a via Quattro Aprile, nell’antichità ospitava gli artigiani che confezionavano scope.
La strada dei “Sellieri”
Nella seconda metà del Cinquecento, in via Alessandro Paternostro, nel tratto compreso tra piazza S. Francesco d’Assisi e via Vittorio Emanuele, si trovavano oltre che le botteghe dei “guarnamentari”, anche quelle dei costruttori di selle da cui ne deriva anche la denominazione di la “Selleria”.
Il cortile del “Semolaio”
In questo cortile, ubicato nei pressi della piazza dei Tedeschi, vi era la bottega di un cernitore di semola.
La strada dei “Seggitteri”
I “seggitteri” le persone che a servizio del pubblico conducevano le portantine, dette anche “sedie volanti” abitavano nell’odierna via Sedie Volanti, nel mandamento Monte di Pietà.
Al Capo è ancora esistente anche la via dei Seggittieri mentre è da tempo l’omonima via che era presente nel quartiere Ballarò.
La strada degli “Spadari”
Già nel XIV secolo, nei pressi di Porta Patitelli, esisteva la “ruga Spatariorum” o “viam Spatatorium”, nella quale operavano artigiani che fabbricavano spade ed armi bianche.
Nello stesso quartiere esisteva anche la “contrata Vaginorum”, ovvero costruttori di foderi per armi bianche.
Nel XVII secolo gli “spadari” svolgevano la loro attività nell’odierna via Materassai, nel tratto compreso tra via dell’Argenteria Vecchia e piazza S. Giacomo la Marina che era conosciuto come “vanella delli Spatara”. Nel periodo di maggiore sviluppo occuparono anche la piazza S. Giacomo.
Quando fu istituito il divieto per gli artigiani di portare con se armi bianche, il lavoro degli spadari si ridusse fino a scomparire e le loro botteghe furono occupate dai materassai da cui prende l’attuale nome.
La strada degli “Stazzonari”
Questi erano i fabbricanti di vasi e stoviglie di terracotta ed avevano le loro fabbriche nella via Stazzone, di cui resta una minima parte sul lato sinistro di via Torino, entrando da via Maqueda. La via Stazzone, corrispondenza all’incirca alle vie Torino e Milano, prima che venissero tagliate per la creazione dell’ultimo tratto di via Roma.
La strada degli “Tintori”
Gli artigiani che tingevano panni e stoffe operavano nella via dei Tintori, ancora oggi esistente, che congiunge la via Vittorio Emanuele e la via dei Cassari.
Il vicolo dei Tintori, invece, esisteva nel mandamento Monte di Pietà; ospitava, verso la metà del 1700 una officina adibita alla tintura dei panni di lana.
La strada dei “Torciari”
Le botteghe dei produttori di torce, nel XVII secolo occupavano, insieme ai calzettieri, l’odierna via dei Pannieri che collega piazza Caracciolo a via Vittorio Emanuele.
La strada dei “Tornieri”
In questa strada vi erano le botteghe dei tornitori di legno e metallo e, nell’ultimo tratto, si trovava l’Officina dei Regi Pesatori, addetti al controllo di pesi e misure. Per questo motivo veniva anche chiamata via dei Pesatori e dei Tornieri.
Dopo il risanamento della zona, a seguito dei lavori per il taglio della via Roma, la strada scomparve quasi per intero; ne rimane solo l’ultimo tratto che congiunge via Vittorio Emanuele a via Zara.
La via della “Vetriera”
Nei pressi di via Alloro ancora oggi esiste la via della Vetriera, così chiamata in quanto ospitava una fabbrica di oggetti di vetro, che fu distrutta da un incendio nella seconda metà del 1800.
La strada dei “Zagarellai”
I tessitori e negozianti di nastri di seta nel Seicento avevano le loro botteghe in via dei Cassari nelle vicinanze di piazza del Garraffello.
Successivamente, e fino ad oltre la metà del 1800, si spostarono in un vicolo che congiunge la via Alloro con il vicolo degli Scopari. Ancora oggi sia il vicolo che la vicina piazzetta conservano ancora questo nome.
La strada degli “Zimmillari o Zimmilari”
Gli artigiani addetti alla costruzione di ceste e grandi sporte, dette “zimmili”, realizzate in giunco o con materiale simile che venivano poste sul dorso degli animali da soma per il trasporto di vario materiale, svolgevano le loro attività nei cortili 1° e 2° Zimmilari.
Dopo le modifiche subite dalle urbanistiche della zona sono rimaste, fino ad oggi il cortile e la piazzetta degli Zimilari, tra la via Cesare Battisti e la via Chiappara al Carmine.
La piazzetta dello “Zucchero”
Sia la piazzetta che i vicoli esistenti ancora oggi nel quartiere dell’Albergheria, prendono questo nome in quanto, probabilmente, nel passato, vi si fabbricava lo zucchero. Quasi certamente, invece, il nome deriva dalla presenza, in tempo antichi, di un deposito e di negozi che vendevano zucchero.
(FINE)